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La Barbera è il terzo vitigno a bacca rossa coltivato in Italia e in Piemonte arriva a coprire 1/3 della superficie vitata presente. In passato veniva prodotta in grande quantità per cui era considerata il vino della convivialità, a differenza del Barolo o dei vini passiti che invece venivano considerati rari e preziosi. ORIGINE DEL NOME L'origine del nome rimane avvolta nel mistero. Sulla sua etimologia ci sono ancora parecchi dubbi: chi pensa che derivi da vinum barberis, un succo fermentato di bacche selvatiche che godeva di proprietà terapeutiche, mentre altri pensano derivi da barberus, irruente e aggressivo, che allude al carattere forte e rude del vino che si ricavava da queste uve. Tracce della

Il Nebbiolo è il vitigno più caratteristico del Piemonte: è un'uva a bacca nera, che da vita alla maggior parte dei vini iconici piemontesi, come il Barbaresco ed il Barolo. I vini che si ottengono da questa uva sono di colori tenui ma con una struttura poderosa e con un potenziale di invecchiamento incredibile. ORIGINE DEL NOME Si pensa che il nome Nebbiolo derivi dalla parola "nebbia" e le motivazioni potrebbero essere due: il riferimento alla pruina, la polverina bianca che ricopre gli acini, oppure al tempo di vendemmia, che solitamente avviene ad Ottobre inoltrato, quando le colline iniziano ad essere avvolte dalla nebbia mattutina. Il Nebbiolo era già conosciuto in epoca romana, e

Il Long Now è un Langhe DOC prodotto con uve Barbera e Nebbiolo: vino rosso, intenso, con una denominazione territoriale che è partita nel 2002 dal Piemonte ed è arrivata in California e successivamente è approdata a Londra. Il nome è stato preso in prestito dalla The Long Now Foundation, ente no profit con sede a San Francisco voluto da un gruppo di uomini di scienza e di pensiero di cui fanno parte anche Stewart Brand e l'artista Brian Eno. LA STORIA DELLA FONDAZIONE Dopo essersi trasferito negli Stati Uniti e aver notato che a Londra la parola "Now" aveva un significato più dilatato che a New York, Eno nel 1996 creò

Nel panorama delle certificazioni e degli acronimi, il nostro Bel Paese è quello che ne ha di più. Ma due in particolare sono fondamentali per i nostri vini: le denominazioni D.O.C. e D.O.C.G.. Grazie a queste certificazioni si ha una sicurezza maggiore da parte del consumatore, ma anche delle imprese produttrici che vedono tutelato il proprio lavoro. [caption id="attachment_12574" align="alignright" width="300"] Piramide dei vini - Fonte Google[/caption] Fino al 1930 non vi era interesse alla regolamentazione del vino. La vera volta si ebbe nel 1992, con la legge n. 164/92 che introdusse una serie di innovazioni, arrivando a quella che oggi conosciamo come “la piramide dei vini” che nel 2008 viene

A Febbraio 2020 sono stati ultimati i nuovi uffici dell'Azienda Pelissero. Dopo molto tempo speso per i progetti e per la costruzione, finalmente il nuovo spazio dedicato agli uffici e la nuova sala degustazione sono ultimati. Sono stati pensati specificatamente per essere ariosi, con grandi vetrate che permettano allo sguardo, nelle giornate migliori, di arrivare fino alle Alpi. L'altezza della cantina (450mt sopra al livello del mare) da la possibilità allo spettatore di vedere molti dei paesini che circondano Treiso, quali Neive, Barbaresco, Alba arrivando addirittura a La Morra. Un insieme di modernità ma anche di rispetto verso le nostre colline che dal 2014 sono Patrimonio Unesco, e che quindi necessitano

#Pelissero on air🎥🍷 La troupe proveniente dal Belgio - anzi, le due troupe - di Smaakmakkers - Amici di Gusto ha trasformato la nostra cantina in un super studio televisivo lo scorso fine settimana, facendoci sentire delle vere star! In questo programma, quattro presentatori televisivi (di cui due cuochi professionisti) fanno un viaggio da Torino a Montalcino, dividendosi in due squadre alla ricerca di piatti ed ingredienti locali. La sera i quattro presentatori si riuniscono e preparano una cena con il "bottino" gourmet che hanno scovato durante l'esplorazione. Il programma si compone di otto episodi e viene trasmesso nei mesi di luglio e agosto, con un nuovo episodio ogni settimana,

🍇Vigneto Augenta🍇 La parola Augenta deriva dal latino "augere", aumentare: i detti popolari ci raccontano infatti di una qualità aumentata, superiore alla media, dei prodotti messi a dimora in questo terreno. Geograficamente di tratta della sommità della collina, il cosiddetto bricco, dove il terreno riceve i raggi del sole tutto il giorno. Ci troviamo a circa 420 metri sul livello del mare, in una posizione dominante la valle e i paesi vicini, con la vista che si apre a 360 gradi sulle colline del basso Piemonte, sino ad arrivare nelle giornate terse a vedere quasi per intero l'arco alpino: dal Monviso al Monte Rosa, dal Cervino al Monte Bianco.

Il Dolcetto viene menzionato in parecchi documenti, i primi dei quali a cavallo tra XVI e XVII secolo e viene indicato come coltura tradizionale del Piemonte meridionale, oltre alla Liguria occidentale. Al di fuori dal Piemonte e della Liguria storicamente sono citate alcune colture in Oltrepò Pavese e in Sardegna. La Regione Piemonte ha dichiarato il 2019 anno del Dolcetto, per celebrare questo vitigno storico così importante per la cultura eno-gastronomica del territorio🍷 E voi, avete già assaggiato i nostri Dolcetto d'Alba DOC Munfrina e Augenta? #Pelissero

”Lega le botti di legno di quercia con il piombo e fasciale con tralci di vite secca, poi introduci nelle fessure del mastice fatto di cera, resina e zolfo sciolti sul fuoco ed ai quali aggiungerai gesso per renderlo denso e con esso spalma anche le botti”. Questa è la prima descrizione documentale che ci è pervenuta circa la fabbricazione delle botti: a scriverla fu Catone (II secolo A.C.), che spesso trattò argomenti legati alla viticoltura. I contenitori in legno soppiantarono i vasi in terracotta, usati in antichità per il trasporto di vino e altri liquidi, vista la loro maggiore resistenza e praticità. Dalla sola funzione di trasporto, le